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Sulle Orme di Demetra: Dalla Via dei pastori alla Chiesa di S. Patrizia

Sulle Orme di Demetra: Dalla Via dei pastori alla Chiesa di S. Patrizia

Il percorso che proponiamo è di soli 200 metri, ma ci vorrà circa mezz'ora o anche di più per gironzolare tra le botteghe artigiane, cercare il bassorilievo, visitare la Chiesa di San Gregorio e concludere con un fantastico babà alla pasticceria Capparelli.

Via San Gregorio Armeno - Chiesa di San Gregorio Armeno- Pasticceria Capparelli


L’arte del presepe per tradizione è a San Gregorio Armeno, rinomata come la Via dei Pastori.
E' la famosa passeggiata napoletana dove pullulano le magnifiche botteghe artigianali, dei maestri dell’arte presepiale che da semplici materiali come l’argilla, la terracotta, il muschio, il sughero, e i tessuti danno vita ai celebri Pastori Napoletani, lavorati come impone la classica tradizione del Seicento e Settecento, divenendo opere d’arte senza eguagli nelle mani dei maestri. Pezzi unici ed esemplari rari. Ma c’è anche chi desidera rinnovarsi e opta per raccontare l’attualità: con statuette che richiamano la satira, la politica, il calcio, il gossip. Qui è Natale tutto l'anno. Ma dove ha origine questa tradizione?
Forse ce lo svela un misterioso bassorilievo, posto sotto l’arco dell’omonima via, accanto alla bottega presepiale «Alpa3», che rivela l’antico culto di Demetra e tracce dell'antico tempio pagano. L'arte del fare statuette da offrire alla Dea, potrebbe essere dunque l'origine dell'abilità delle maestranze di artisti della terracotta.
Il bassorilievo raffigura una Canefora di Demetra risalente all’incirca al VII secolo a.C. legato ai Misteri Eleusini, ovvero riti religiosi misterici di origine greca, praticati nella città di Eleusi e celebrati annualmente nel tempio di Demetra. I misteri ricordavano il mito di Demetra o Cerere nella ricerca dell’amata figlia Persefone sottratta dal Dio degli Inferi, Ade. Il soggetto svela una giovane sacerdotessa del culto di Demetra abbigliata con una veste leggerissima e drappeggiata e un copricapo a forma di corona; nella mano destra regge una fiaccola ardente mentre nella sinistra cinge una cesta ricolma di oggetti sacri, che porta in processione a Demetra-Cecere. Dalle fonti sappiamo che il culto di Demetra era molto sentito su Napoli, in quanto le migliori sacerdotesse venivano selezionate qui e a Velia e inviate ad esercitare su Roma. Potevano accedervi esclusivamente fanciulle vergini appartenenti alle famiglie aristocratiche e più facoltose di Napoli. Fin da piccole venivano istruite nei migliori collegi e nell’adolescenza iniziate al rito, apprendendo conoscenze misteriose sulla dea.

Si presume che proprio in quest’area di San Gregorio Armeno, e precisamente nello spazio oggi occupato dalla Chiesa di Santa Patrizia, sorgesse l’antico tempio dedicato a Demetra e qui vicino sarebbe stata anche la casa dove venivano formate le sacerdotesse al culto di Cerere. Poco più avanti, il tempio dedicato a sua figlia Persefone-Kore presso l’Ospedale degli Incurabili, secondo una ricostruzione storica del 1985. 


DEMETRA - bassorilievo

Anticamente si dava enorme importanza alla Donna e alla figura femminile in generale, come dimostrano i reperti storici e archeologici rinvenuti nel sottosuolo di Napoli, con templi e riti dedicati alle divinità della fecondità tra cui le maggiori Partenope, Cerere, Diana, custodi di profonde conoscenze legate al concetto di terra-madre.
Così, la chiesa di San Gregorio, si dice sarebbe stata voluta per volere di Sant’Elena mentre il convento fu fondato nel VIII secolo da un gruppo di monache armene fuggite dalla persecuzione con le reliquie del Santo. Ed è questo luogo che fa da proscenio alle vicende di Santa Patrizia, patrona di Napoli assieme a San Gennaro, fuggita anch’ella dall’Oriente  e che trovo’ ospitalita’ presso l’isolotto di Megaride. Qui sono custodite le spoglie della santa e ogni martedì avviene la liquefazione del suo sangue.

Curiosità: Nel mito di Demetra, si narra che le ancelle che fallirono nel piano di protezione di Persefone dalle insidie di Ade, furono trasformate per vendetta in Sirene, per metà donne e per metà uccello, condannate ad aiutare Demetra nella ricerca della figlia. Ma ben presto le Sirene presero il sopravvento e si ribellarono alla dea, divenendo creature autonome e conquistando anche il mare. Da qui si lega anche la leggenda della Sirena Partenope, fanciulla dal volto virginale di cui Napoli ha ereditato il culto. 

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